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domenica 23 marzo 2025

Un quadro, un pittore: le mie sensazioni e le mie opinioni

 

Pomeriggio per bambini a Wargemont

In questo quadro vedo una ragazzina seduta su un divano di tessuto blu, morbido e pregiato.

La giovane avrà all’incirca una decina d’anni, forse un po’meno; capelli biondi canarino, ricci e lunghi e una pelle bianca come il latte. Indossa un maglioncino blu di lana leggera, di quelli che si usano anche nei primi giorni di primavera, ha un gonnellino a scacchi, di tre diversi colori: bianco, azzurro e blu.

Le sue calze sono d’un bluastro intenso come quello delle scarpe che hanno un lieve tacchetto.

La ragazza sta leggendo un libro, con una copertina del medesimo colore dei suoi vestiti, lei ha lo sguardo assorto, pensieroso, attentissimo, immerso nella lettura e con le sue piccole mani delicate sfoglia le pagine, una dopo l’altra.

Guardando l’immagine da un punto di vista più generale il dipinto mi sembra ambientato nel 1800, più precisamente nella seconda metà del XIX secolo, in una casa inglese, o per lo meno mi viene in mente questo guardando dal vetro della finestra quel verde prato tipico dell’Inghilterra.

Per quanto riguarda la casa il blu è predominante, oltre alla ragazza possiamo ammirare un’altra bambina, sua sorella minore e un’altra donna, sui sedici anni, una balia, molto diversa dal contesto circostante con un vestito rosa e meno pregiato di quello delle piccole, che mi fa escludere che sia la madre delle due fanciulle.

Le tre si stanno preparando per andare a giocare al parco e nonostante sembri che la sorella minore sia la protagonista del dipinto, lo sguardo della ragazza sul divano continua ad attirare la mia attenzione. Il suo volto ha un velo di tristezza, cosa molto strana visto il contesto. Forse è consapevole che al parco non ritroverà mai più una sua vecchia amica trasferitasi in un’altra città o è triste per la morte della sua cagnolina o semplicemente si sta immedesimando nel suo racconto a tal punto da modificare l’espressione del suo viso.

Ognuno può avere il proprio pensiero, percependo magari nello sguardo della piccina una semplice espressione di noia, anche il colore blu che solitamente il nostro cervello associa alla tristezza può indurci a cambiare la nostra visione, come il nostro stato d’animo o l’attenzione con cui osserviamo i vari dettagli. Insomma, come diceva il grande Pirandello la verità è un concetto mutevole che può variare, di persona in persona, a seconda del nostro punto di vista possiamo percepire la verità in maniera differente e, come nel dipinto che nella vita, perciò possiamo per questo motivo avere opinioni e fare scelte differenti, anche se l’uomo è sempre costretto ad essere uno, nessuno e centomila.

 

Carmine Mario Masucci 3^A