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Pomeriggio per bambini a Wargemont |
In
questo quadro vedo una ragazzina seduta su un divano di tessuto blu, morbido e
pregiato.
La
giovane avrà all’incirca una decina d’anni, forse un po’meno; capelli biondi
canarino, ricci e lunghi e una pelle bianca come il latte. Indossa un
maglioncino blu di lana leggera, di quelli che si usano anche nei primi giorni
di primavera, ha un gonnellino a scacchi, di tre diversi colori: bianco,
azzurro e blu.
Le sue calze sono d’un bluastro intenso come quello delle scarpe che hanno un lieve tacchetto.
La
ragazza sta leggendo un libro, con una copertina del medesimo colore dei suoi
vestiti, lei ha lo sguardo assorto, pensieroso, attentissimo, immerso nella
lettura e con le sue piccole mani delicate sfoglia le pagine, una dopo l’altra.
Guardando
l’immagine da un punto di vista più generale il dipinto mi sembra ambientato
nel 1800, più precisamente nella seconda metà del XIX secolo, in una casa
inglese, o per lo meno mi viene in mente questo guardando dal vetro della
finestra quel verde prato tipico dell’Inghilterra.
Per
quanto riguarda la casa il blu è predominante, oltre alla ragazza possiamo
ammirare un’altra bambina, sua sorella minore e un’altra donna, sui sedici
anni, una balia, molto diversa dal contesto circostante con un vestito rosa e
meno pregiato di quello delle piccole, che mi fa escludere che sia la madre
delle due fanciulle.
Le
tre si stanno preparando per andare a giocare al parco e nonostante sembri che
la sorella minore sia la protagonista del dipinto, lo sguardo della ragazza sul
divano continua ad attirare la mia attenzione. Il suo volto ha un velo di
tristezza, cosa molto strana visto il contesto. Forse è consapevole che al
parco non ritroverà mai più una sua vecchia amica trasferitasi in un’altra
città o è triste per la morte della sua cagnolina o semplicemente si sta
immedesimando nel suo racconto a tal punto da modificare l’espressione del suo
viso.
Ognuno
può avere il proprio pensiero, percependo magari nello sguardo della piccina
una semplice espressione di noia, anche il colore blu che solitamente il nostro
cervello associa alla tristezza può indurci a cambiare la nostra visione, come
il nostro stato d’animo o l’attenzione con cui osserviamo i vari dettagli.
Insomma, come diceva il grande Pirandello la verità è un concetto mutevole che
può variare, di persona in persona, a seconda del nostro punto di vista
possiamo percepire la verità in maniera differente e, come nel dipinto che
nella vita, perciò possiamo per questo motivo avere opinioni e fare scelte
differenti, anche se l’uomo è sempre costretto ad essere uno, nessuno e
centomila.
Carmine
Mario Masucci 3^A